Guida: Assorbimento e scelta potenza contatore |
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Cristiano Passeri
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Postato: 03 Set 2014 alle 06:43 |
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Guida realizzata dall'utente: Tyco
Data
di prima pubblicazione: 2 Settembre 2014
Ultima
revisione: 12 Febbraio 2017
(alcune
informazioni presenti nella guida sono state estratte dal forum di
PCI Review)
Guida:
Assorbimento e scelta potenza contatore
Fattori
da considerare per la scelta della potenza
-
Per il contatore elettromeccanico con disco rotante:
I
contatori a disco consentono di assorbire permanentemente il +10%
della potenza contrattuale.
Per.
es. con 3 kW si hanno in realtà 3,3 kW a disposizione. Quando si
supera questo valore, il contatore scatta piuttosto rapidamente, a
seconda di quanto si eccede.
-
Per il contatore elettronico:
I
contatori elettronici di potenza fino a 30kW sono attualmente
programmati con le seguenti tolleranze di assorbimento:
+10%
permanentemente.
+30%
per 3 ore al giorno.
Oltre
il +30% per 2 minuti (alcune fonti indicano 4 minuti). L'assorbimento
massimo consentito durante questi minuti non è specificato, ma
supera di diversi kW la potenza contrattuale di allacciamento.
Assorbimenti
reali a disposizione. Per uso domestico consideriamo qui fino a 15kW:
*10kW
vengono concessi raramente anche in monofase.
Con
un contatore a disco rotante, la sola tolleranza del +10% è poco
utile.
Con
il contatore elettronico,
anche contando sulle tolleranze concesse, l'utilizzo di un piano
cottura ad induzione con contratto da 3kW risulta sicuramente
limitato, soprattutto se nell'abitazione si utilizzano altri
elettrodomestici contemporaneamente, come il forno, condizionatori o
boiler elettrici.
Con
3kW di fatto non è possibile utilizzare 2 piastre alla massima
potenza per oltre quei 2 o 4 minuti concessi, anche se con
l'induzione, la massima potenza si usa per un tot minuti solo per
fare bollire dell'acqua. Non serve mai come potenza di cottura
continua.
La
possibilità però di superare per 2 minuti un picco molto superiore
ai 3kW è utile in molte circostanze mentre si cucina con
l'induzione.
La
soglia del +30% per 3 ore al giorno diventa sostanziosa a
partire dal contratto 4,5kW e soprattutto dal 6kW, ed è molto
utile durante l'uso del piano cottura.
Anche in cottura a fuoco molto vivace, non servono più di 700-1000W
per piastra!
Esempi:
Se
si desidera preparare per pranzo della pasta utilizzando la zona di
cottura media (18cm),
impostando il livello di potenza massima, 9 o 14 a
seconda della scala, (tralasciamo il booster) si avrà un
assorbimento di circa 1,8 kW per i pochi
minuti necessari al raggiungimento dell'ebollizione, oppure di
2,2 kW utilizzando la zona grossa da
21 cm.
Per
i restanti elettrodomestici avremo pertanto a disposizione
rispettivamente 1,5 kW (2,1kW
restando nella tolleranza delle 2 ore) usando la zona da 18
cm, o 1,1 kW (1,6 kW
restando nelle 2 ore), usando la zona da 21 cm. Trascorsa la
fase di ebollizione dovremo
abbassare la potenza e durante la cottura della pasta serviranno solo
circa 400W (sulla
zona 18 cm) o 500W (zona 21 cm).
Se
però dovesse presentarsi la necessità di impiegare
contemporaneamente il forno elettrico per cuocere
ad esempio dell'arrosto, con 3kW di contatore
andremmo sicuramente incontro a dei problemi.
Ipotizzando
che il forno elettrico ventilato assorba
2000-2200W, la potenza totale impegnata
sarebbe intorno a 4000W se
si usa la zona da 18cm al
livello 9, o 4500W usando
la zona da 21cm.
Oltre
a questi, ci saranno nell'abitazione altri
elettrodomestici in funzione, come TV, PC,
luci, frigorifero, cappa aspirante, ecc...
Con
un contatore da 3kW è quindi
facile superare i 3,9kW e raggiungere la fascia tollerata per i soli
2 o 4 minuti.
In
molti piani cottura a induzione è possibile impostare l'assorbimento
massimo che il piano non dovrà superare anche quando si usano
più piastre (funzione chiamata "Power Management" o
"Limitatore di potenza").
Quindi
in sintesi, ad eccezione delle fasi per il raggiungimento
dell'ebollizione o di cotture eseguite a livelli di potenza molto
elevati, l'utilizzo di un piano ad induzione impostando
il limitatore a 2,5kW risulta
fattibile, anche se con certe limitazioni nell'uso delle piastre.
Se si alza troppo il livello di una piastra, verrà abbassato
automaticamente il livello di un'altra piastra.
Con
un
contatore da
3kW si dovrà quindi
prestare più
attenzione
nel
cuocere
pietanze contemporaneamente. Per
esempio è bene portare prima
l'acqua a ebollizione, e solo
successivamente attivare le altre zone di cottura, così da contenere
la potenza totale assorbita.
Impostare
il limitatore sotto i 2Kw
diventa troppo limitante. Utilizzare una
potenza inferiore alla massima per fare
bollire l'acqua allunga di molto il
tempo per portare in ebollizione l'acqua ed
aumenta il inutilmente il consumo in bolletta!
Ipotizziamo
nuovamente di voler cuocere la pasta, utilizzando una zona di cottura
da 18 cm di diametro:
Rimanendo
sotto 1,5 Kw
potremmo selezionare al massimo il Livello 8 (livello
13 sulla scala 1-14)
Potenza
Tempo per ebollizione Consumo
Livello
8 1296W 8 minuti e 40 secondi
187 Wattora (0,187 kWh)
Rimanendo
sotto i 2 KW potremmo impiegare il Livello 8,5
o il Livello 9 (livello 14 sulla scala 1-14)
Potenza Tempo per ebollizione Consumo Livello
8,5 1548W 6 minuti e 30
secondi 168 Wattora (0,168 Kwh) Livello
9 1800W 4 minuti e 35 secondi 137
Wattora (0,137 kWh)
Sopra
i 2KW potremmo usare la funzione Booster sulla piastra da 18cm:
Potenza Tempo per ebollizione Consumo
Booster 2500W 3 minuti e 10 secondi 132 Wattora (0,132kWh)
Per
la cottura delle pietanze non vi sono problemi, in quanto
difficilmente verranno impiegati livelli superiori
al Livello 7 (livello 12 sulla scala 1-14), con
potenza fra 700W e 1000W a seconda della piastra.
Risultato:
contrariamente a quanto ci si possa aspettare, con
l'aumentare della potenza assorbita e l'accorciarsi del tempo di
ebollizione, il consumo in bolletta diminuisce!
Con
il livello 8 per raggiungere il punto di ebollizione dell'acqua
abbiamo impiegato ben 8 minuti e 40 secondi, consumando 187 Wattora,
mentre con il livello 9 abbiamo impiegato
solo 4 minuti e
35 secondi, quasi
metà tempo, consumando 50
Wattora in meno. Livelli di cottura
inferiori al numero 8 allungano il tempo
di ebollizione in maniera non più accettabile ed
aumentando i costi di gestione, quindi ne sconsigliamo l'uso.
NOTA:
a seconda dei modelli di piano cottura, il consumo utilizzando il
booster può essere sia leggermente minore che leggermente maggiore
rispetto al livello 9. La differenza non è comunque significativa.
Per evitare un surriscaldamento
eccessivo delle bobine consigliamo di limitare l'uso del booster,
impiegandolo solo quando si ha molta fretta.
Scelta
della potenza di contatore e costi:
Per
aumentare la potenza di un allacciamento giÃ
esistente si paga una volta sola una tantum
di 76€ (iva compresa) per ogni kW aggiunto oltre a quelli
che si hanno già , come costo di operazione.
I
costi fissi in bolletta Enel per utenti
residenziali, al momento attuale risultano
calcolati con circa 5€ a bimestre per
ogni kW di allacciamento. I costi fissi
all'anno, IVA compresa sono quindi:
3
kW = 90 €
4,5
kW = 135 €
6
kW = 180 €
10
kW = 180 o 360€ (solitamente in trifase)
Sopra
i 6 kW non è chiaro se per utenti privati (uso abitativo) il costo
fisso rimanga uguale ai 6 kW, o se aumenti
secondo la regola dei 5€/kW. Abbiamo avuto informazioni
contrastanti.
Con
altri fornitori di energia questi costi possono essere inferiori, ma
solitamente non di molto.
Rispetto
al 3 kW, si ha quindi il seguente aumento di costi all'anno:
4,5
kW : + 45 €
6
kW : + 90 €
10
kW : + 90 o + 270€
E'
al momento però in corso il passaggio graduale al nuovo sistema
tariffario, che sarà completato nel 2018. La principale novità sarÃ
abolire le fasce progressive di consumo. Il costo dell'energia al kWh
è già ora identico per tutti i tagli di allacciamento, tranne che
per chi ha 3kW e si trova nel regime di "maggior tutela",
che verrà però abolito.
La
riforma renderà più appetibili gli allacciamenti superiori a 3 kW,
che in Italia sono ancora oggi il 97% del totale, in ambito
domestico.
La
potenza di allacciamento si potrà scegliere a piacimento, con
gradini di 0,5 kW, fra 3 e 10kW. Per es. si potrà scegliere 5kW
oppure 6,5, 7kW ecc… Non so se
l'erogazione in trifase scatterà subito sopra i 6 kW.
Non
si sa ancora come cambierà la quota fissa mensile in base alla
potenza di allacciamento.
Allo
stato attuale i consigli sono quindi:
-Per
chi ha un contratto 3 kW: Provare ad
utilizzare il piano limitandolo a 2,5kW e
vedere come si trova. In caso di utilizzo problematico, passare a 4,5
o 6kW di contatore. Oppure valutare in base
alle esigenze se passare subito 4,5 o 6 kW.
-Per
chi ha un contratto da 4,5kW: Provare
ad utilizzare il piano limitandolo a 3,5kW, max.
4kW e vedere come si trova. In caso di utilizzo problematico,
passare a 6kW di contatore. Considerare anche se
passare a 6 kW fin da subito, in quanto
comporterebbe solo un aumento di circa 45€ all'anno dei
costi fissi, mentre i limiti di utilizzo
diminuirebbero ulteriormente.
-Per
chi progetta una nuova abitazione o un nuovo impianto elettrico:
Assicurarsi
che l'impianto sia progettato in ogni caso per sostenere 6kW.
Si
può anche prendere in considerazione di
passare direttamente un impianto più moderno, di
tipo trifase da 10kW (che con la tolleranza
diventano 11). Sopratutto per chi ha
diverse utenze "pesanti", come condizionatori e pompe di
calore per il riscaldamento.
Non
spaventarsi,l'impianto di per sé non è molto più
complesso (vedere questo
video indicativo).
I
cavi interni sono gli stessi utilizzati per gli impianti da 6 kW
monofase, solo che si fanno arrivare al quadro elettrico di casa
tutte 3 fasi (da 3,3 kW l'una, per 10kW)
anziché una,anziché una sola da 6kW come
per gli impianti monofase. La spesa iniziale sarebbe ingente (912€
partendo dai 3kW), ma in questo modo si avrebbe un impianto più a
misura "europea".
Si userebbero le zone di cottura con la stessa libertà che
con un piano a gas e non si avrebbero problemi utilizzando
altri elettrodomestici contemporaneamente. Nelle
case di quasi tutto il centro-nord Europa, gli allacciamenti
domestici trifase sono comuni da decenni.
Per questo i piani cottura sono nativamente strutturati
per funzionare in impianti
trifase da 11kW.
Negli
impianti trifase bisogna però prestare
attenzione alla suddivisione della potenza. Le
varie zone della casa e le utenze di potenza (condizionatori,
boiler, ecc..) vanno distribuite sulle
varie fasi in modo che si sovrappongano il meno possibile far
loro, ma a questo ci pensa l'elettricista, anche in base alle
preferenze del richiedente.
Considerare
anche che un impianto monofase moderno,
dimensionato per 6KW e ben
suddiviso in ambienti indipendenti, con magnetotermici di
protezione nel quadro elettrico, può essere facilmente trasformato
in un impianto trifase da 10-15 kW modificando solo i collegamenti
nel quadro, cambiando il differenziale ed il
magnetotermico generale.
Modificato da Tyco - 13 Feb 2017 alle 21:30 |
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giancarlo22
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Molto interessante lo sviluppo tecnico, ma forse un po' troppo 'grandioso' l'approccio, almeno per l'Italia, dove il 90% delle utenze private sono a potenza 3Kw, il 9% a 1.5Kw e solo l'1% ha potenza superiore a 3 Kw.
Personalmente, a fronte dei prossimi aumenti previsti con l'introduzione del mercato libero (rispetto a quello di maggior tutela) e avendo oggi un consumo di gas su 3 appartamenti (una rima casa e 2 seconde case) ho scelto la seguente soluzione: prima casa (riscaldamento e acqua calda centrale): disdetta gas per la cottura e passaggio a piano cottura a piastre di bassa potenza (3.5 Kw) compatibile con il contatore da 3 KW seconda casa con gas in bombole, riscaldamento centrale con contacalorie altra seconda casa: riscaldamento autonomo a gas, contratto gas e luce (stesso fornitore nazionale). A parte la bidonata 'statale' dei costi abnormi della luce non residenziale (a proposito siamo gli unici al mondo ad applicare questi criteri di ultrasinistra, dopo la caduta di Fidel Castro) ritengo di aver scelto le soluzioni economicamente più favorevoli. Ovviamente il discorso è personale e non necessariamente estrapolabile ad altre situazioni !
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giancarlo
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Tyco
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L'allacciamento
da 3KW dev'essere un rimasuglio del primo dopoguerra, quando di energia ce
n'era poca e la rete di distribuzione era quasi sottosviluppata. Solo che poi
non si è modificato molto, mentre negli altri paesi gli allacciamenti domestici
si sono evoluti. Anche nei paesi dell'est si vendono piani a induzione senza
limitatore, quindi devono essere messi meglio anche lì. In Italia invece si continua
ad appesantire e sovraccaricare le cabine di distribuzione, anzichè ammodernare
tutta la struttura. Così sento dire dagli addetti del settore. Quella delle
tasse è un'eredità culturale dell'era borbonica, che metteva un balzello su
ogni cosa. Come le patetiche marche da bollo, che credo esistano solo in
Italia, da appiccicare dappertutto. Quando sono nate l'Enel e la SIP, la
sinistra era lontanissima dal governare in Italia, ancora per molti decenni.
Il furto sul residente/non
residente esisteva anche per il telefono, se non sbaglio. Oggi non lo so.
Nelle seconde
case hai scelto bene. Io eviterei in ogni caso la bombola. E' sempre in casa
anche quando non la usi? Sennò la metterei fissa in balcone e farei passare il
tubo attraverso il muro. Così non c'è pericolo di fughe quando la casa è vuota.
Oppure, dato che ce l'hai già , potresti
mettere il piano con le piastre in ghisa nella seconda casa al posto della
bombola, e prendere un piano a induzione per la prima casa.
Se avessi una
seconda casa ci metterei un radiante economico in vetroceramica, se
non avessi voglia di spendere i 300€ per l'induzione. |
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giancarlo22
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Gentile moderatore, la situazione in Italia è, a mio avviso, anche più grave di quanto da Lei indicato. Invece di impianti europei trifase qui abbiamo un massiccio furto di energia con attacchi abusivi volanti dai sistemi pubblici......e un forte insoluto sulle bollette, il cui costo si ripercuote sui consumatori solventi. IL discorso delle tariffe non residenziali nacque esattamente nel 1981 quando il governo di centrosinistra, con appoggio esterno PCI, sentenziò che chi ha una seconda casa è un ricco (e chi ne ha 3 è un nemico di classe) e applicò una pesante differenziazione sui contratti Luce e telefono. Per il telefono gli è andata male perché la tecnologia è venuta in soccorso del consumatore medio, inventando il telefono mobile e i sistemi wireless. Per il gas non lo fecero perché era praticamente impossibile controllare il sistema distributivo, troppo diversificato. C'è da dire, per equità , che tale sistema di tariffazione è stato sempre mantenuto in vita da tutti i governi che si sono succeduti e che molti italiani hanno 'splittato' la famiglia intestando contratti diversi tra coniugi, figli e nipoti ! Di fatto è stata 'quasi' affossata la la tecnologia del riscaldamento elettrico privato, invece fiorente in Francia. Per non parlare dell'affossamento completo del nucleare, che, invece di mantenere in vita gli impianti funzionanti, ha preteso di azzerare tutto, con costi che ancora ci portiamo dietro dal 1986. NB: la bombola è esterna, sul poggiolo, come già previsto dal costruttore. Abitando al primo piano e non vivendo stabilmente, il cambio annuale, sebbene tecnologicamente obsoleto, svolge egregiamente la sua funzione economica ! Grazie, a presto
Modificato da Cristiano Passeri - 10 Giu 2016 alle 11:57 |
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giancarlo
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Tyco
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Beh, lasciamo stare qui le
questioni politiche, occupiamoci solo di tariffe, che sono quelle che sono…
Dal 2018 gli
allacciamenti sopra i 3KW e fino ai 6KW dovrebbero aumentare abbastanza di
numero, dato che diventeranno meno costosi di adesso, soprattutto come costi
fissi. Invece i 10-11KW diventerebbero ancora più costosi di adesso, e quindi
tanti saluti (se i dati che ho visto per i costi fissi sono giusti).
Anche la
concezione "Più KW hai, più consumi" è tipicamente italiana, ed è non
è affatto vera. In Germania anche i monolocali hanno 11KW, ma chi ci sta dentro
consuma sempre gli stessi Kwh/anno che come se avesse 3KW. Solo che quando
accende la lavatrice e il forno non gli salta la luce. Il nucleare c'entra
poco. Non andava neanche acceso. In Germania è in spegnimento ed è giá superato
dalle rinnovabili. E' stata un'ubriacatura fantascientifica degli anni 60, quando
si ignorava totalmente la breve durata delle riserve di uranio (pochissimo) e
il debito in soldi che viene lasciato per i millenni, per la custodia e
stoccaggio delle scorie, senza contare i disastri che ogni tanto inevitabilmente
succedono.
Il riscaldamento
elettrico in casa fatto a base di resistenze era una conseguenza del nucleare
in Francia. Avevano, e forse hanno ancora, una sovrapproduzione di energia, che
non sapevano dove buttare. Il riscaldamento elettrico è vantaggioso solo con
pompa di calore, o al limite anche con resistenze, ma in casi particolari e solo
se l'energia viene da fonti pulite.
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giancarlo22
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Io ritengo invece che il nucleare debba comunque occupare una quota nel portafoglio energetico di un paese evoluto; la Francia, grazie al nucleare, non ha avuto e non ha i patemi da mancanza di energia dell'Italia e ha comunque venduto gli eccessi di produzione agli altri. I relativi rischi e costi collaterali vanno accettati.
La ricerca fa salti qualitativi improvvisi e i paesi che hanno le competenze tecniche nei diversi settori del proprio portafoglio se ne avvantaggiano mentre chi vive sulle scelte altrui avrà sempre alti e bassi e comunque dipendenza. I criteri politici, soprattutto in Italia, dettano comunque le scelte energetiche degli utenti e la potenza casalinga superiore ai 3 Kw è, e rimarrà per molti anni almeno, una chimera ! Per noi utenti in Italia è importante nel breve valutare bene le prossime offerte del mercato libero, che per alcuni provocherà rincari e per chi azzecca le scelte potrà essere invece una occasione di (lieve) risparmio !
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giancarlo
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Tyco
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L'utente Andy ci
ha procurato i costi fissi attuali per i vari tagli di contatore (€/anno iva
compresa):
3 kw: 60€ 4,5 kw: 150€ 6 kw: 170€ La differenza fra
4,5 e 6 kW è minima, mentre fra 3 e 4,5 kW è un vero furto, per solo 1,5kW in
più! Per confronto, in Germania i costi fissi oscillano a seconda delle zone,
dai 60-70€ fino ai 120€/anno con iva, ma
sono 11kW o di più se richiesto. Da notare che l'IVA in Germania sulla
corrente e sul gas è al 19%, l'IVA standard per tutto. La situazione delle
tariffe in Italia è colpa della mancanza di ogni pianificazione energetica e
quel poco che si fa, lo si fa su base clientelare con gli industriali di turno.
Inoltre oggi non è tanto l'energia che manca, ma è la rete di distribuzione che
è sottodimensionata e in stato penoso. Questo impedisce di alzare
l'allacciamento standard, oltre al fatto che in Italia si cerca di mungere fino
all'ultimo, facendo passare per lusso, quello che non è. Semmai un paese
evoluto non dovrebbe proprio avere bisogno del nucleare. In Germania, quello
che rimane del nucleare fa il 14%, in diminuzione, del totale, mentre le
rinnovabili sono al 30%, in aumento. Non è certo quel 14% che permette di avere
11 kW trifase in tutte le abitazioni. Il 14%, volendo, si potrebbe spegnere
anche subito. La Francia si è scavata
la fossa da sola. E' l'ultimo Paese al mondo da cui prendere esempio. Ha l'80%
di produzione da nucleare e smaltire una centrale nucleare a fine vita costa
più che costruirla (e minimo sono decine di milioni di € a centrale). E' stato
calcolato che quando dovranno smaltire tutte le centrali (sono quasi tutte
vecchie di 30 anni), la Francia andrà in default. Costi che dovranno pagare i
governi, non le aziende che avevano voluto le centrali 30-40 anni prima,
altrimenti fallirebbero. In Germania cominciano a discutere adesso di chi dovrÃ
pagare, fra governo e produttori. La tecnologia può
fare i passi che vuoi, ma il nucleare è una tecnologia intrinsecamente insicura
ed i disastri che fa non possono considerarsi effetti collaterali (anche senza
arrivare a Chernobyl e Fukushima). Basta una fuga momentanea per rendere non più
coltivabile per decenni un'area di centinaia o migliaia di Kmq. E il danno chi
lo paga, magari alla nazione a fianco? Lo paga chi non c'entra niente. Chi paga per
millenni i costi di manutenzione e sorveglianza dei depositi di scorie a bassa
e alta radioattività ? Se si fa il conto con tutti i costi futuri connessi,
smaltimento della centrale compreso, un kWh di nucleare costerebbe 1500€, non
0,06€. Troppo bello fare una centrale con convenzioni statali e poi vendere il
kWh sottoprezzo, perché l'uranio in proporzione costa poco al kg. Oltre agli
"effetti collaterali" lasciati lungo il percorso, fra 50-60 anni
l'uranio sarà finito lo stesso e avrà lasciato un'eredità di enormi costi di
smaltimento da pagare per millenni, a chi quella poca energia prodotta, non
l'ha mai neanche utilizzata.
Modificato da Tyco - 22 Giu 2016 alle 08:32 |
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giancarlo22
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Io continuo invece a sostenere che sarebbe utile mantenere attive le competenze e l'utilizzo (modulando nel tempo le percentuali come in un portafoglio finanziario) anche del nucleare.
Non mi pare che USA, Russia, Giappone e Cina abbiano rinunciato a sviluppare queste competenze ! La ricerca va sviluppata in tutti i settori : è il progresso scientifico e tecnologico che promuove o boccia le scelte (non le ideologie aprioristiche) e spesso nella storia del progresso si è comunque ritornati con modalità nuove su scelte energetiche ritenute superate. La sicurezza di un sistema di produzione di energia non è un dato intrinseco 'di natura' ma dipende dalla tecnologia disponibile al momento. Ringrazio comunque il moderatore di aver 'ospitato' il mio contributo, ancorché fuori dal coro e prometto di non 'disturbare' più su questo punto !!! |
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giancarlo
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Tyco
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Sì, non è
questo il posto giusto per l'argomento, ma ribadisco come il nucleare
oggi sia indifendibile sotto tutti i punti di vista. E' uno dei tanti
errori del passato. Nella ricerca tecnologia non è oro tutto quello
che luccica e di investimenti sbagliati se ne fanno tanti anche oggi.
Negli anni 60 sembrava che il nucleare avrebbe risolto tutti i
problemi del mondo, ma non si erano neanche fatti i conti con le
risorse. Se oggi tutta la produzione fossile fosse convertita in
nucleare, l'uranio finirebbe subito, e non si trova sotto i sassi.
Chi ha il nucleare dipende da chi gli vende l'uranio, come per gli
altri da chi gli vende gas e petrolio. In Francia non hanno neanche
una miniera di uranio.
Fino
agli anni
70/80 non
erano neanche
chiari i
danni biologici
e ambientali
delle radiazioni
a lungo
termine sulla
popolazione, e
sono molto
peggiori di
quelli di
una bomba
atomica, perché
lì l'emissione
avviene in
gran parte
durante
l'esplosione, che
esaurisce quasi
del tutto
il combustibile.
Il materiale
di una
centrale rilascia
attivamente
radiazioni per
tempi
lunghissimi. I
nuclei di
Fukushima e
Chernoyl sono
ancora lì
che bruciano.
Il nucleare
a fissione
è
intrinsecamente
insicuro, perché
la reazione
non si
ferma più
una volta
innescata, fino
a che
non brucia
tutto il
combustibile, più
o meno
lentamente.
I
costi per
millenni di
stoccaggio delle
scorie sono
incalcolabili e
non si
sa ancora
dove metterle.
Le scorie
ad alta
radioattivitÃ
stanno ancora
tutte dentro
le piscine
nelle centrali,
in attesa.
Smaltire
una centrale
a fine
vita costa
fino a
più di
1 miliardo
di dollari
(più di
quello che
avevo scritto
precedentemente).
Negli USA
da quando
il congresso
ha deciso
che chi
costruisce una
centrale nucleare
deve accumulare
da parte
fin da subito i
soldi per
lo smaltimento,
nessuno ne
fa più
di nuove.
Come detto di scelte
sbagliate se ne fanno tante anche in campo scientifico. Se
tutti i
soldi spesi
finora in
ricerca e
centrali col
nucleare fossero
stati spesi
in impianti
rinnovabili,
saremmo giÃ
tutti al
100% di
energia pulita.
Anche la
fusione nucleare,
su cui
si spende
una fortuna
in ricerca, non
è rinnovabile
e produce
scorie radioattive che vanno gestite.
Che
piaccia o
no alle lobby e alla
politica poco
lungimirante, in
un sistema
chiuso non
c'è futuro
per niente
che non
sia rinnovabile
in ciclo.
Non è
questione di
ideologia.
La
Germania mi
sembra che sia
l'unica fra
le nazioni
grosse ad
averlo capito
e che
si è prefissata giÃ
da anni
di arrivare al
100% di
energia
rinnovabile, per
il 2050. Il
nucleare sarÃ
spento da
molto prima.
Certo per
arrivare l
100% bisogna
investire molto
nelle forme
meno appariscenti
e pubblicitarie
di rinnovabili,
non solo
in solare
ed eolico,
ma come
in geotermica
ad iniezione
attiva di
acqua, che
ha un
potenziale
enorme.
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AEG 68001 K-MN, rete 11KW trifase
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actarus
Newbie registrato: 26 Gen 2017 Stato: Offline Points: 5 |
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Grazie(0)
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Riprendo la discussione sull'argomento consumi e dimensionamento dell'impianto per capire se il cavo da 16A che oggi ho a disposizione nel mio futuro alloggio, che va diretto dal quadro elettrico al PCI, è sufficiente per un uso normale. Premetto che farei un contratto da 6kw.
Leggo dalla introduzione di questo topic che un uso normale di un PCI prevede un consumo inferiore ai 3KW, talvolta si puo eccedere ma suppongo per pochi minuti poiché i 3kw verrebbero superati solo con due zone alla massima potenza. In questo caso è opportuno chiedere all'elettricista un cavo dalla portata di 32A (e relativo magnetotermico) oppure si sopravvive con il 16A? |
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