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Autopsia-recensione AEG HK654250XB |
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Tyco ![]() Moderator Group ![]() registrato: 30 Giu 2014 zona: Germania Stato: Offline Points: 3184 |
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Postato: 15 Lug 2018 alle 15:10 |
Recensione-autopsia AEG
HK654250XB
(data di pubblicazione: 15/7/2018)
Tipologia:
larghezza 60cm, 4 piastre standard con zona arrosto, comandi
separati, cornice ribassata in acciaio.
Modello
in Italia con cui è praticamente gemello: Electrolux EHH6540 (con o
senza bordo)
AEG HK654250XB
Modello:
Era
commercializzato in Germania ed ora è sostituito da modelli gemelli
con sigla diversa, ma nel contenuto è identico ai modelli attuali
AEG/Electrolux. Questo esemplare era stato acquistato nel 2015, ma la
componentistica è ancora attuale. La costruzione e la maggior parte
delle caratteristiche di comportamento, valgono per i modelli attuali
AEG/Electrolux in genere.
Differisce
dall'Electrolux EHH6540 principalmente per la presenza della zona
arrosto e l'assenza del limitatore di potenza. Si possono anche
osservare le differenze evolutive rispetto al mio modello del 2009.
Dotazione
di piastre:
1
piastra 14,5 cm da 1400W (2500W booster)
1
piastra 18cm da 1800W (2800W booster)
1
piastra 21cm da 2300W (3700W booster)
Zona
arrosto ovale 17x26,5cm da 2300W (3200W booster)
Come
consueto sui piani a induzione, la potenza effettiva assorbita dal
booster è solitamente inferiore a quella nominale, anche per
l'abbassamento della tensione sulla linea. Le potenze sono sempre
riferite con 230V pieni.
Cornice
e assemblaggio:
Foto:
cornice e vetroceramica lato inferiore (cliccare per ingrandire) La
cornice metallica è molto utile nel proteggere i bordi del vetro da
urti accidentali con le pentole, che possono arrivare fino a crepare
il vetro. La cornice ribassata ha un aspetto estetico molto
raffinato, anche nel materiale.
Nei
telai attuali con cornice ribassata, questa è formata da una lamiera
in acciaio di spessore singolo, non è ripiegata al disotto. Il vetro
è incollato con del silicone speciale alla cornice ed è solidale
con essa. Per ridurre al minimo lo spessore della cornice, questa non
è fissata al telaio tramite un ripiego della cornice stessa. Il
vetro è fissato direttamente al telaio tramite dei supporti a
molletta incollati direttamente sul vetro.
Foto:
molletta di fissaggio vetro-telaio Foto:
assemblaggio cornice-telaio Questo
sistema aumenta molto l'effetto estetico della cornice, che si alza
di solo 1mm sul piano del vetro, e appare molto piatta anche verso il
piano di appoggio. Diminuisce molto però la robustezza
dell'assemblaggio vetro-telaio, che riamane anche più aperto alle
infiltrazioni di acqua in caso di mancato appoggio della guarnizione.
Bisogna quindi stare molto attenti a non provocare flessioni
pericolose sul vetro, soprattutto sugli angoli durante le operazioni
di maneggiamento e posa del piano cottura. Lo stesso vale per i
modelli senza cornice, dove il vetro appoggia direttamente sul
ripiano (sopra la guarnizione). Assemblaggi simili sono utilizzati
sui modelli senza cornice un po' da tutti i costruttori. In questi
assemblaggi il vetro è costantemente caricato dal peso del piano
cottura stesso, che è di fatto appeso al vetro, oltre al peso delle
pentole.
L'assemblaggio
cornice-telaio sarebbe certamente da irrobustire, nonostante sia in
uso da molti anni. anziché Anzichè mollette separate fra loro,
basterebbe usare un profilo continuo incollato lungo i 4, come anche
sui modelli senza cornice. Inoltre usare mollette anziché viti,
rende difficoltosa e delicata e l'operazione di apertura del piano,
soprattutto sui modelli da 80cm.
La
vecchia cornice AEG non ribassata era invece fatta con una spessa
lamiera ripiegata e fissata al telaio con un bordo perimetrale che
agiva anche da sbarramento contro l'infiltrazione di acqua. Il peso
del piano cottura gravava solo sulla cornice, molto solida, fissata
con delle viti al telaio. La cornice appariva più "cicciotta"
per via del ripiego della lamiera, ma si alzava pur sempre di solo
2,5mm sul ripiano e 3mm sul vetro. Il vetro non era incollato alla
cornice ed era era molto robusta alla flessione, ma non è più
disponibile.
Foto:
assemblaggio cornice-telaio nell'AEG 68001 K-MN del 2009 Bobine:
Foto:
bobine coperte
L'assemblaggio
delle bobine è come consueto sugli AEG/Electrolux. Un foglio di
materiale riflettente a base di mica*, una fibra minerale molto
resistente al calore, riflette verso l'alto il calore proveniente
dalla pentola.
Foto:
strato isolante Sotto il foglio riflettente è presente un disco di materiale isolante, anche
questo resistente ad alte temperature, che protegge ulteriormente la
bobina dal calore.
Quelle
"lancette" di alluminio servono per portare meglio verso il
sensore al centro, la temperatura proveniente dalla zona intermedia
della pentola, quella dove si sviluppa maggiormente il calore. Questo
accorgimento non c'era nei modelli del 2009 e non è presente nei
piani BSH. Non è però di particolare importanza.
Al
centro della bobina c'è il sensore di temperatura, che viene
utilizzato sia per l'indicatore del calore residuo, sia per lo
spegnimento automatico in caso di riscaldamento anomalo della piastra
(pentola vuota dimenticata accesa).
Foto:
bobine scoperte
Foto:
bobina profilo Il
filo della bobina è direttamente incollato con del silicone speciale
su un foglio a base di mica*, sotto il quale ci sono delle sbarrette
di ferrite disposte a raggiera, che spingono verso l'alto il campo
magnetico.
Ciascuna
bobina è fissata su una vaschetta in alluminio che appoggia su dei
supporti molleggiati inclinabili, per potersi appoggiare al meglio in
modo parallelo contro il vetro.
La
bobina da 21cm in questo modello ha una spaziatura intermedia diversa
che sul mio modello del 2009, ed ha un diametro effettivo di 20cm, ma
non trovo differenze nel comportamento del calore.
*Suppongo
che sia mica. In ogni caso si tratta di una fibra vetrosa molto
resistente al calore.
Zona
arrosto:
E'
tipica da trovare in Germania in molti modelli di base, per pentole
circolari e ovali. Questa versione è più economica rispetto
all'esecuzione classica, composta da due parti distinte (una bobina
tonda più una sezione semicircolare, che si attiva solo se
necessario). Qui è fatta con un'unica bobina ovale di 17x26,5, che
coincide con la misura ufficiale. La parte centrale è dedicata a
fondi rotondi fino a 17cm di diametro e nell'insieme è per pentole
allungate. Nonostante il
largo
spazio intermedio
e l'ovale delle spire centrali
misuri solo circa
9x15cm,
un fondo
rotondo da 18cm risulta con sorpresa meglio ricoperto dal
calore nel complesso, soprattutto in direzione trasversale, che su
una piastra rotonda da 18cm. A differenza della zona da 18cm (1800W),
questa zona arrosto ha 2300W di potenza.
Nonostante
la larghezza, un pentolino con fondo a strati di 10,5cm viene
riconosciuto.
Schede
inverter:
Foto:
piano aperto, schede. La scheda di destra è la master* e quella di
sinistra è la slave
Foto:
scheda di sinistra, slave (cliccare per ingrandire)
Foto:
lato inferiore. La
scheda in questa foto è di un altro modello ed è di
revisione "H", anziché "I", quindi di poco
precedente, ma visivamente si può considerare identica (e potrebbe
esserlo). Nel modello in esame non ho smontato la scheda. (cliccare per ingrandire)
Le
schede sono sempre della nota serie CHEETAH/TIGER ormai ben
consolidata, in uso da circa il 2008-2009 sui piani AEG/Electrolux e
negli altri marchi del gruppo Electrolux. Rispetto a quelle montate
sul mio modello del 2009. Ciascuna scheda gestisce le due zone
cotture soprastanti.
*La
scheda master è quella che è collegata al pannello comandi,
gestisce lo standby del piano cottura e passa tutti i comandi
all'altra scheda (slave).
Le
schede di questo modello sono di revisione più recente
(revisione "I") di quelle
nel modello
del 2009 e contengono due
miglioramenti in particolare. L'inverter funziona con un campo di
frequenza un po' più alto, 21-50kHz
contro i
15-38kHz
del 2009. Le piastre sono molto più silenziose agli alti
livelli di cottura 13-14 (livelli 8-9 sulla scala 1-9) e booster, i
livelli che usano le frequenze più basse.
L'assorbimento
in standby è stato ridotto a solo 0,3W in linea con le norme
attuali, contro i 4W del mio modello del 2009.
Un
particolare positivo è il sensore di temperatura montato sul
dissipatore in alluminio fra i transistor (la capocchia col filo
nero), che permette al ventilatore di reagire velocemente all'aumento
di temperatura dei transistor. Ogni scheda inverter ha il suo
ventilatore indipendente dall'altro, mentre sui Bosch/Siemens ce n'è
uno solo, più grosso, in comune per le due schede.
La
ventilazione è usata piuttosto frequentemente e questo fornisce
all'elettronica un raffreddamento più generoso che sui piani BSH.
Pannello
comandi:
Foto
scheda pannello comandi: Da notare la presenza di due tasti che sono
montati, ma non sono illustrati nella serigrafia. La
loro funzione, utilizzata in altri modelli, qui non è presente nel
software o hardware (controllo della cappa aspirante e
suddivisione della zona flexy).
Il
pannello ha 4 slider di tipo classico, non illuminati con 14 livelli.
La gradazione dei livelli è la stessa che sulla scala 1-9 a 17
livelli, solo che mancano i tre livelli intermedi corrispondenti a
1,5 - 7,5 - 8,5. Sono livelli agli stremi della scala, non
indispensabili nell'uso reale. Quando ho utilizzato il piano Siemens
a 17 livelli per molteplici cotture, non ho avuto necessità di
sfruttare quei livelli intermedi. Se ci sono è sempre un qualcosa in
più, ma non devono essere un fattore discriminante per la scelta del
piano cottura. Diverso è il discorso per i piani con solo 9 livelli.
Sulla
scala degli slider sono impressi alcuni livelli, 3,5,8,10,14,P che
sono direttamente selezionati toccandoli col dito. I numeri non
segnati sulla scala, o li si centra al primo colpo facendo pratica
col tempo, oppure si pesca un livello vicino e poi si sposta
leggermente il dito. Una volta posizionato il dito sulla scala e
visualizzato un livello corrispondente, per selezionare il livello
immediatamente precedente o successivo basta ruotare leggermente il
dito verso destra o sinistra, senza bisogno di muoverlo.
Una
critica: potrebbero segnare sulla scala tutti i 9 livelli principali,
che rimarrebbero facilmente individuabili direttamente. Sarebbe
meglio adottare la numerazione classica da 1 a 9, con la virgola per
i livelli intermedi, per creare meno confusione a chi è giÃ
abituato ad usare la numerazione 1-9.
Foto:
tasti (dettaglio) Ogni
slider è formato da 5 tasti capacitivi, dotati di piastrine
metalliche come sensori. Le piastrine rotonde sono montate su delle
molle che le tengono a contatto col vetro. A seconda di quali
piastrine e quanto risultano coperte dal dito, l'elettronica calcola
la posizione del dito in tempo reale ed il livello di cottura
corrispondente. La sensibilità al tocco è molto buona.
Rispetto
ai comandi a freccia su è giù del mio modello del 2009, con tasti
costruttivamente identici, risulta però più infastidito dall'acqua,
in quanto la lettura di uno slider richiede maggiore precisione che
non lettura di tipo di solo on/off di due tasti +/-.
ParticolaritÃ
dei comandi:
-Quando
si tocca un livello più basso di quello in uso, l'abbassamento di
potenza è istantaneo. E' molto efficace per evitare traboccamenti.
Quando invece si sale di livello c'è un ritardo considerevole di
circa 4 secondi, prima dell'erogazione della potenza. Lo trovo un
ritardo eccessivo, però impedisce di attivare involontariamente il
booster (la P).
-
Mentre si scorre il dito avanti e indietro sullo slider la potenza
della piastra non cambia. Rimane quella del livello che si era
toccato per primo. Il livello viene cambiato solo dopo l'arresto del
movimento.
Livelli
a intermittenza:
I
seguenti livelli impiegano una potenza a intermittenza. Non
ci sono cambiamenti rispetto al mio modello del 2009. L'intermittenza
non ha alcuna influenza nella cottura. Fra parentesi sono i livelli
corrispondenti alla scala 1-9.
Piastra
Livelli a intermittenza
Potenza intermittente
numerazione 1-9 e (1-14) Piastra
14,5cm da 1 a 5,5 (8)
250W
18cm
da 1 a 4,5 (7) 330W
Zona
arrosto
da 1 a 3,5 (5)
340W
21cm
da 1 a 3,5 (5)
430W
Riconoscimento
pentole:
Tutte
le piastre hanno una buona elasticità di riconoscimento. Non
presenta differenze rispetto al mio modello del 2009.
La
piastra da 14,5cm riconosce senza problemi la caffettiera Bialetti
Venus da 2 tazze con fondo di 7,5cm su cui non attacca la calamita e
sviluppa 1200W di potenza. La piastra non riconosce però un tappo di
barattolo in ferro, del diametro di 6cm
(usato come simulazione di un fondo
piccolo).
Un
pentolino da 10,5cm viene riconosciuto senza problemi da tutte le
piastre, anche da quella da 21cm, così come un fondo a nido d'ape di
16cm.
Ovviamente
non si tratta di un adattamento del
diametro di funzionamento della piastra, come viene fatto intendere
erroneamente su alcune descrizioni commerciali, che si leggono spesso
sui siti dei costruttori. La bobina è
sempre attiva in tutta la sua superficie, solo che il campo magnetico
si trova in gran parte attirato dal fondo della pentola.
Diametro
fondi e potenza:
Le
piastre tendono a rendere disponibile, nei limiti del possibile, la
massima potenza indipendentemente dal diametro del fondo della
pentola.
Un
fondo da 14cm permette di erogare ed assorbire tutti i 2300W della
piastra da 21cm, consentendo un breve tempo di ebollizione
dell'acqua, senza ricorrere al booster (2500W) sulla bobina da 14cm.
Un
pentolino da 10,5cm permette di erogare ed assorbire tutta la potenza
sulle piastre da 14,5 e 18cm, mentre su quella da 21cm eroga circa
1200W.
Questo
costringe però ad una maggiore cautela con i livelli di cottura
quando si usano pentole consistentemente più piccole della piastra,
in quanto si rischia di bruciare più facilmente il contenuto.
Rumorosità :
E'
molto più silenzioso alle alte potenze rispetto al modello mio
modello del 2009. Anche i ventilatori sono più silenziosi.
Rispetto
ai modelli Bosch/Siemens alle alte potenze è un po' più intenso il
rumore di ronzio. Sotto il livello 13 (il livello 8 della scala 1-9)
diventa silenzioso.
Nei
livelli a intermittenza è invece chiaramente udibile il
caratteristico "tic" periodico, ma non è tale da essere
fastidioso, e viene facilmente coperto dai rumori di cottura. Il
"tic" non proviene dalla piastra, ma è generato dalla
pentola.
I
ventilatori sono poco udibili, seppure più udibili che sui
Bosch/Siemens, e girano a velocità variabile a seconda della
temperatura interna.
"Antipatie"
di funzionamento:
I
4 secondi di ritardo nel salire di livello, o all'accensione della
piastra, possono essere tanti quando si ha fretta. Non so se questo
tempo sia uguale anche in tutti i modelli attuali.
Punti
positivi e negativi:
+
Estetica della cornice
+
Controlli per ogni piastra
+
Elasticità nel riconoscimento pentole
+
Costruzione delle bobine ben resistente al calore e montate su
supporti orientabili singolarmente
+
Basso assorbimento in standby, solo 0,3W
+
Prezzo concorrenziale (300-330€)
+/-
Potenza massima delle piastre disponibile anche su pentole
consistentemente più piccole della piastra
-
L'assemblaggio dell'insieme vetro-telaio espone il vetro a pericolose
flessioni se non maneggiato correttamente e se non posato
uniformemente sul ripiano di cucina.
-
I 4 secondi di ritardo nel salire di livello non sono gradevoli
quando si ha fretta.
---------------------------------------------------------------------------------------------------
Note
tecniche strutturali:
Sugli
AEG/Electrolux le schede inverter di tipo "master" e
"slave", sinistra e destra, sono strutturalmente identiche,
anche come forma. Ogni scheda può funzionare sia come master che
come slave, a seconda di come viene impostato un ponticello di filo.
Essendo identiche anche nella forma, tutte le schede sono montabili
sia sulla parte destra che a sinistra di un piano cottura. Ovviamente
ogni piastra è costruita e programmata per funzionare con un certo
diametro delle piastre. Una piastra fatta per alimentare per esempio
2 piastre da 21cm, non può essere impiegata per alimentare una
piastra da 14,5 + una da 18cm, e così via. Come anche è vincolante
la posizione anteriore/posteriore di bobine di diversa potenza.
In
certe riparazioni può essere utile scambiare il ruolo di
master/slave fra le schede, per escludere o accertare un guasto sul
pannello comandi.
Modificato da Tyco - 15 Lug 2018 alle 21:50 |
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AEG 68001 K-MN, rete 11KW trifase
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Another ![]() Groupie ![]() registrato: 17 Giu 2018 Stato: Offline Points: 70 |
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Complimenti per l'analisi.
Non ho capito bene l'argomento 'intermittenza' e questa frase: Un pentolino da 10,5cm permette di erogare ed assorbire tutta la potenza sulle piastre da 14,5 e 18cm, mentre su quella da 21cm eroga circa 1200W. Questo costringe però ad una maggiore cautela con i livelli di cottura quando si usano pentole consistentemente più piccole della piastra, in quanto si rischia di bruciare più facilmente il contenuto. |
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luciano ![]() Senior Member ![]() registrato: 23 Apr 2018 zona: SASSARI Stato: Offline Points: 161 |
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![]() Grazie come per il Siemens
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Tyco ![]() Moderator Group ![]() registrato: 30 Giu 2014 zona: Germania Stato: Offline Points: 3184 |
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Grazie per i complimenti :)
Nei livelli indicati la potenza non è continua, ma viene erogata in cicli on/off di durata variabile. Più la potenza impiegata a intermittenza è bassa, meglio è. Non come sulle piastre portatili, dove vedi l'acqua bollire forte a intermittenza.
La seconda parte vuol dire che se metti il pentolino da 10,5cm sulla piastra piccola e la metti a livello 14, hai 1200W sul pentolino, cioè quasi la potenza piena e si scalderà molto velocemente di una pentola piú grossa, quindi devi stare attento. Il piano cottura assorbirá comunque 1200W e non 1400W. Ancora di più con una pentola da 14cm sulla piastra da 21, dove hai 2300W in pentola, anziché i 1400W della piastra piccola. E' comodo per bollire l'acqua, ma quando sei in cottura devi stare più in basso con i livelli, sennò bruci più facilmente il contenuto. |
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Another ![]() Groupie ![]() registrato: 17 Giu 2018 Stato: Offline Points: 70 |
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ma l'intermittenza è diffusa sui piani? cmq funziona bene?
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